Questo clima politico, ma anche culturale e sociale, non aiuta il Paese.
Il mondo sembra capovolto, per quante cose accadono nel silenzio totale, quando in altri tempi avrebbero fatto insorgere l'intera comunità.
Prendiamo, ad esempio, il libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, "La casta".
Si colloca sul solco di un tradizione giornalistica che ha i suoi massimi esponenti negli ormai famosi Gomez, Travaglio, Lillo, Abbate, Fierro, Gatti, e che pochi giustizialisti chiamano "d'inchiesta", inneggiando ad esso e alla magistratura, in un rigurgito giacobino.
Ma ancora più sconcertante del loro chiasso, è il silenzio della Lega.
Perchè il partito che un tempo marciava al grido di "Roma ladrona", adesso è proprio lì: nei palazzi del potere.
E ha subìto una trasformazione notevole, rispetto ai suoi albori.
Nel 1993, quando il Parlamento negò l'autorizzazione a procedere per Bettino Craxi (noto ladrone di Stato, poi fuggito ad Hammamet in tempo per evitare la galera), la posizione del Carroccio fu così riassunta da un'Ansa del 29 Ottobre: <
Cos'è successo nel frattempo, da impedire a Bossi&co di cavalcare l'"ondata forcaiola"? In fondo loro avevano anticipato quindici anni fa la cosiddetta "lotta alla casta".
Se volessimo giocare a trovare le "piccole differenze" fra ieri e oggi, non potremmo non notare che ce n'è un paio di macroscopiche: 1)La Lega allora non era alleata di Berlusconi, in quanto il futuro Premier con più processi che capelli in testa, in quei giorni ancora progettava la sua "discesa in campo" (proprio per sfuggire alle inchieste di Mani pulite). 2) Alcuni militanti dei vertici della Lega non avevano interesse ad essere dichiarati immuni dalla Giustizia, poiché non avevano (ancora) procedimenti a loro carico.
Ad esempio Bossi non era stato ancora inquisito per la maxi-tangente Enimont, e Castelli non era stato condannato a risarcire 98.876,96 Euro per aver nominato un altro militante, Giuseppe Magni, a consulente per l'edilizia carceraria (pagato da tutti noi per andare in giro in auto blu senza combinare nulla).
Detto ciò è facile comprendere quale sia il problema della Lega: la SIAE.
Stella e Rizzo si sono macchiati del grave delitto di non averla pagata al Carroccio per l'attribuzione del termine "casta" alla classe politica nostrana, e dunque Bossi ha ben pensato di fargiela pagare tacendo sulla reintroduzione dell'immunità.
Ora che è tutto chiaro potremmo persino ipotizzare che Facci si schieri in favore dell'indipendenza dei giornalisti dal potere politico. Solo per farla pagare a Gasparri, che gli ha usurpato il termine "cloaca" per trasferirlo dalla RAI al CSM.
E' proprio vero che i bei tempi sono finiti!