Dichiarazione d'intenti

Questo blog non nasce per diventare un'accozzaglia di sfoghi giovanili, delusioni amorose e consigli musicali. Vorrei che, nel mare di informazioni che circolano in internet, questo piccolo spazio possa costituire uno scoglio cui aggrapparsi per non affogare in notizie incontrollate e incontrollabili. Chiunque potrà esprimere la propria opinione, non è mia intenzione creare un blog di partito, qualunque esso sia. Certo ho le mie idee, e non ho la pretesa di nasconderle per rincorrere il miraggio dell'obiettività. Sarò il più possibile onesta, precisa, dettagliata e disponibile al confronto. Chiedo altrettanto a chi vorrà contribuire alla crescita di questo blog.

martedì 17 giugno 2008

Il Divo

La figura complessa di Giulio Andreotti è al centro del film di Paolo Sorrentino premiato a Cannes dalla critica.
Il film, definito "simbolista", è un ritratto del sette volte Presidente del Consiglio, che ha rivestito un ruolo fondamentale nella vita politica italiana a partire dal 1946, e che è tutt'oggi attivo.
La figura di Andreotti è estremamente ambigua: è sia l'uomo condannato ma prescritto per essere stato organico alla associazione mafiosa fino alla primavera 1980, che il capo del Governo che si è avvalso della collaborazione di Giovanni Falcone al Ministero degli Interni e che ha firmato i disegni-legge del Ministro Martelli volti a introdurre misure più efficaci di lotta alla mafia.
Nel film si pone l'accento sul perché il nome di Andreotti ricorra in tutti i misteri della storia italiana.
Non è possibile, purtroppo, dare risposte certe alle domande che aleggiano nel film, e cioè: date per certe le frequetazioni mafiose di Andreotti, quanto queste hanno influito sulla politica italiana, sulla lotta alla mafia, sulla decione della "cupola" di attuare la strategia stragista? E quanto sono state determinanti per il subissamento della mafia, che ha sommerso il suo braccio miltiare per diventare la "mafia dei colletti bianchi"?

1 commento:

DAIDE ha detto...

Un bel film alla pari di Gomorra.
ciao