La figura complessa di Giulio Andreotti è al centro del film di Paolo Sorrentino premiato a Cannes dalla critica.
Il film, definito "simbolista", è un ritratto del sette volte Presidente del Consiglio, che ha rivestito un ruolo fondamentale nella vita politica italiana a partire dal 1946, e che è tutt'oggi attivo.
La figura di Andreotti è estremamente ambigua: è sia l'uomo condannato ma prescritto per essere stato organico alla associazione mafiosa fino alla primavera 1980, che il capo del Governo che si è avvalso della collaborazione di Giovanni Falcone al Ministero degli Interni e che ha firmato i disegni-legge del Ministro Martelli volti a introdurre misure più efficaci di lotta alla mafia.
Nel film si pone l'accento sul perché il nome di Andreotti ricorra in tutti i misteri della storia italiana.
Non è possibile, purtroppo, dare risposte certe alle domande che aleggiano nel film, e cioè: date per certe le frequetazioni mafiose di Andreotti, quanto queste hanno influito sulla politica italiana, sulla lotta alla mafia, sulla decione della "cupola" di attuare la strategia stragista? E quanto sono state determinanti per il subissamento della mafia, che ha sommerso il suo braccio miltiare per diventare la "mafia dei colletti bianchi"?
Dichiarazione d'intenti
Questo blog non nasce per diventare un'accozzaglia di sfoghi giovanili, delusioni amorose e consigli musicali. Vorrei che, nel mare di informazioni che circolano in internet, questo piccolo spazio possa costituire uno scoglio cui aggrapparsi per non affogare in notizie incontrollate e incontrollabili. Chiunque potrà esprimere la propria opinione, non è mia intenzione creare un blog di partito, qualunque esso sia. Certo ho le mie idee, e non ho la pretesa di nasconderle per rincorrere il miraggio dell'obiettività. Sarò il più possibile onesta, precisa, dettagliata e disponibile al confronto. Chiedo altrettanto a chi vorrà contribuire alla crescita di questo blog.
martedì 17 giugno 2008
Il Divo
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1 commento:
Un bel film alla pari di Gomorra.
ciao
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